L'Accordo Padano è inadeguato con un’aria cronicamente inquinata, servono politiche di riduzione dello smog

 

Quattro i gioi di sforamento dell'inquinamento atmosferico a Rovigo, ma le previsioni di pioggia non fanno scattare l'allerta arancione.

Provvedimenti mancati di fronte a quella che rimane un’emergenza annunciata. Oggi infatti è il quarto gioo di sforamento per il PM10 a Rovigo, ma a causa delle previsioni di pioggia le regole dell'Accordo Padano non fanno scattare l'allerta arancione.

 

Oggi infatti è il quarto gioo di sforamento per il PM10 a Rovigo, ma a causa delle previsioni di pioggia le regole dell'Accordo Padano non fanno scattare l'allerta arancione. Le piogge potranno migliorare l’aria per qualche gioo, ma l’inquinamento atmosferico della nostra città è cronico: negli ultimi dieci anni Rovigo ha sistematicamente superato di molto i 35 gioi di limite annuale per valori di Pm10 che superassero i 50 microgrammi per metro cubo (dati Dossier Mal'aria 2020 di Legambiente Veneto) e negli ultimi quattro gioi i valori delle centralina di riferimento dell’Arpav sono di tre/quattro volte superiori al limite di protezione umana secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (20 μg/m³).

«La mancata allerta arancione rivela l'inadeguatezza dell'Accordo Padano – commenta Giulia Bacchiega, presidente di Legambiente Rovigo – anche lo smog è una crisi sanitaria, serve che l’Amministrazione si adoperi con politiche atte a ridurre dello smog, come la ZTL e le domeniche ecologiche».


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